In the Country Photos: Fotografie d’autore: Luigi Ottani

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9 mag 2011

Fotografie d’autore: Luigi Ottani

 
Fotografo pubblicista, si occupa di reportage. 
Alterna ricerche sui microcosmi italiani a racconti fotografici che inseguono realtà dimenticate del mondo contemporaneo: Sahel, Saharawi, Bosnia, Cambogia, Sri Lanka, Palestina, Chernobyl, Hunan. 
E’ autore di mostre e pubblicazioni. Con il volume “Niet Problema!” ha vinto il premio “Bastianelli”, riconoscimento al miglior libro fotografico edito nel 2006. Collabora con enti pubblici, organi istituzionali e agenzie di comunicazione. Sito del fotografo: http://www.luigiottani.it/



Il formiginese Luigi Ottani ci parla dei suoi scatti e della sua professione su Vivo in “Persone & storie” pag. 4 (anche sul sito http://www.vivomodena.it/index.html).

Ha 46 anni ed è autore di numerose mostre. Ha pubblicato i suoi scatti su alcune tra le maggiori testate nazionali e ha raccontano con i suoi reportage realtà tristemente note. Incontriamo il fotografo formiginese Luigi Ottani.

Iniziamo col dire quando nasce la tua passione per I’immagine...
A fotografare ho iniziato molto giovane, non è che facessi però grandi ricerche fotografiche. La passione vera e propria, quella che ti fa venire il desiderio di raccontare delle cose con le immagini, è nata nel 2000. 

La tua fotografia è racconto, denuncia, o testimonianza?
Secondo me è racconto e testimonianza,difficilmente denuncia. 

Quando la fotografia diventa arte?
Quando trasmette e comunica delle emozioni, che sono poi quelle che ha vissuto il fotografo in una certa situazione. Nel momento in cui riesci con un’immagine a trasmettere dei sentimenti che hai provato, credo che si possa parlare di arte.

Come si diventa fotografo professionista?
Credo che non ci sia una gran differenza tra il professionista e il dilettante. Il fotografo professionista è quello che cerca di campare con la fotografia, quindi facendo anche delle cose che di artistico non hanno tanto ma gli permettono di essere disponibile e libero per fare altri lavori che invece raccontano qualcosa. Tanto per fare un esempio: si mangia con i servizi per fare quasi gratis le cose che contano.

E tu come hai fatto ad arrivare ad essere così conosciuto, non solo a livello locale?
Fondamentalmente credo che, sia a livello modenese che a livello nazionale o internazionale, conti molto essere appassionati di quello che si fa. Quindi nel momento in cui qualcuno mi propone qualcosa io, indipendentemente dal budget che ci può essere o meno, cerco di prenderla con entusiasmo. Questa cosa credo che alzi un po’ il livello del lavoro finito. 

Quali soggetti ti interessano particolarmente?
La mia passione è la gente. Come diceva Bukowski  "Le persone sono il più grande spettacolo che ci sia e non si paga". Effettivamente raccontare la gente ti permette allo stesso tempo di raccontare i luoghi, le cose, le situazioni. Devo dire che i temi che mi coinvolgono maggiormente riguardano il sociale. Se io posso raccontare qualcosa che può avere anche valenza sociale, lo faccio molto volentieri. 

Ci parli un po' dei tuoi viaggi e delle emozioni che hai provato?
Ricordo nel 2005 il viaggio che ho fatto in Sri Lanka, 9 giorni dopo lo tsunami. Un’esperienza molto toccante dal punto di vista umano. Ho trovato il disastro e la distruzione ma anche persone con una dignità che molto spesso i giornali e le televisioni non ti raccontano. Sempre nel 2005 il viaggio a Chernobyl. Di recente sono stato più volte in Palestina dove ho vissuto 15 giorni incredibili: sono stato con le famiglie, negli ospedali cercando di descrivere storie di vita normale a Betlemme. E  anche questa è stata un’esperienza che mi ha arricchito molto. 

Il tuo scatto preferito?
Molto spesso lo scatto preferito non è quello che dal punto di vista artistico è il più bello. E' quello che è arrivato più a segno. Un ’immagine che mi resta sempre nel cuore è quella di un bambino in un campo profughi in Eritrea che volutamente avevo inquadrato senza la testa. Il commento di una signora, vedendo la foto, era stato "si vede la serenità del bambino" ed era ciò che avevo visto anch’io. Sì quella foto la ricordo bene.
Niet Problema! Chernobyl 1986-2006
 
NIET PROBLEMA! CHERNOBYL 1986-2006

a cura di Beppe Grillo
fotografie di Luigi Ottani

“Chernobyl è una parola che vorremmo cancellare dalla nostra memoria, ma questo sogno ci è precluso.” Kofi Annan, ex segretario generale ONU.
Cosa resta, a vent’anni di distanza, del più grave disastro nucleare mai registrato? La notte del 26 aprile 1986, all’una e ventitré minuti, aveva inizio quella tragedia che si sarebbe protratta per anni, abbattendosi fino al presente sulle popolazioni inermi e sconvolgendo l’Europa del benessere. Lo scoppio del reattore nell’Ucraina dell’Ex Unione Sovietica ha aperto uno squarcio su un mondo abbandonato e dimenticato prima e dopo la strage. L’obiettivo di Ottani bussa alle porte di case e botteghe, si perde sulle interminabili strade innevate e negli occhi lucidi di freddo di chi è rimasto a sperare.
Il volume, con oltre 200 immagini a colori e in bianco e nero, contiene testimonianze di Andriy Shevchenko e Paolo Belli.
L’opera, frutto di un progetto editoriale svolto con il supporto e la supervisione di Legambiente Solidarietà, è valsa al fotografo Luigi Ottani il premio Marco Bastianelli 2007 per il miglior libro fotografico. Si può comprare all’indirizzo http://www.artestampaweb.it/scheda&id=25 o nelle librerie.

Il volto di una donna che non ha abbandonato il villaggio di Luigi Ottani
Un'installazione posta a Kiev che mostra i nomi dei villaggi fantasma di Luigi Ottani
Sono alcuni esempi delle bellissime fotografie di Luigi Ottani. Per altre foto si può guardare il sito: http://multimedia.quotidiano.net/?tipo=photo&media=21519 oppure andate a comprare il libro (costa 28 euro).

Ciao 

Fra

1 commento:

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